23/03/23
Se lavoriamo sulle sequenze di movimento la ripetizione serve soprattutto a far si che una volta memorizzata la sequenza, con il suo ritmo, le sue posizioni, il suo respiro, l’allievo possa finalmente dimenticarsi di ciò che sta facendo. Lasciarsi andare alla fluidità e all’armonia del movimento per perdersi nel flusso che ne deriva e sperimentare realmente quello stato che chiamano “meditazione in movimento”.
La Respirazione nello Yoga Dinamico
Come utilizzare il Respiro per migliorare la tua pratica Yoga e non solo.
Un aspetto molto importante nella pratica Yoga è la ripetizione, l’esecuzione corretta di una posizione(asana), la sua corretta percezione, il controllo e la fluidità del respiro che permea ogni parte del corpo dalla testa ai piedi e viceversa.. ognuno di questi aspetti vengono migliorati dalla ripetizione delle posizioni(asana) o delle sequenze di movimento. Se lavoriamo sulle sequenze di movimento la ripetizione serve soprattutto a far si che una volta memorizzata la sequenza, con il suo ritmo, le sue posizioni, il suo respiro, l’allievo possa finalmente dimenticarsi di ciò che sta facendo. Lasciarsi andare alla fluidità e all’armonia del movimento per perdersi nel flusso che ne deriva e sperimentare realmente quello stato che chiamano “meditazione in movimento”.
Altri non è che uno stato di profonda centratura in cui l’allievo è guidato dal suo respiro, è questo a far sì, sopra ogni cosa, che il suo corpo si muova! Anche attraverso la ripetizione l’allievo è in grado di ‘scendere’ dal piano mentale a quello emotivo (ciò accade anche per la ripetizione delle posizioni statiche) perciò non è più la mente a comandare ma il piano emotivo. Ciò significa che il suo muoversi non è governato dalla mente e dal corpo, cioè da un mero movimento fisico, ma viene guidato dal respiro, dal piano emotivo, ciò modifica sensibilmente la percezione della pratica.
La Respirazione nello Yoga Statico
Per quanto concerne invece la ripetizione delle posizioni statiche(solo in apparenza perché dentro si muovono respiro/energia), questo è un aspetto poco comune nello yoga, mentre io ritengo sia molto importante fare poche posizioni(asana), quattro/cinque per ogni sessione, ma ripeterle più volte. Una stessa postura statica può essere ripetuta due o tre volte, si ripete due volte per lato se asimmetrica aumentando il numero di respiri, si ripete invece tre volte se simmetrica e ogni volta si aumenta il numero di respiri.
INTERIORIZZAZIONE della Postura
La ripetizione in questo caso serve per dare il tempo al corpo e all’allievo di comprendere la postura, memorizzarla fisicamente e mentalmente, di apprezzarne i benefici e poterla interiorizzare. Sentendo come il proprio corpo lavora, reagisce e trasmette sensazioni ogni volta differenti ripetizione dopo ripetizione. Inoltre la ripetizione in questo caso risulta molto utile per capire gli errori di esecuzione nelle posizioni e imparare, dopo una serie di correzioni, a sentirli e ad autocorreggersi. L’indipendenza dell’allievo è uno degli obbiettivi dello Yoga.
La ripetizione nello yoga aiuta anche a migliorare la respirazione, poiché di volta in volta si va ad aumentare il numero di respiri. Serve anche a superare i propri limiti fisici e mentali, poiché l’allievo si renderà conto di poter osare un pò di più nella seconda ripetizione, percependo il corpo più pronto. La ripetizione fa in modo che il praticante possa personalizzare la posizione(asana), adattarla a se stesso, alle proprie esigenze, al proprio corpo, preservando in ogni caso la correttezza dell’esecuzione. Perché è l’asana che deve adattarsi al corpo e mai il contrario.
CORPO – MENTE – EMOZIONI
Alla ripetizione fisica bisogna abbinare anche la visualizzazione mentale della posizione(asana) stessa. Questa operazione aiuta il praticante ad interiorizzare la posizione non solo sul piano fisico, ma anche su quello mentale e, ascoltando le sensazioni che ogni posizione trasmette, ad interiorizzarla anche sul piani emotivo. Questi tre piani, anche chiamati primo, secondo e terzo chakra, (per approfondire l’argomento sui chackra clicca qui) rappresentano la base da cui partire per lavorare pienamente sul concetto di unione spirito-mente-corpo di cui tanto si parla nello Yoga e cogliere nel profondo i benefici della pratica.
MANTRA – VIBRAZIONE – FLUSSO
Per una pratica completa dello yoga all’iterazione delle asana, delle visualizzazioni e della sensazioni è necessario affiancare la pratica della ripetizione dei suoni, i mantra, frasi o sillabe che ripetute costantemente per un lasso di tempo, permettono al praticante attraverso la vibrazione del suono di entrare nuovamente nel flusso, come avviene durante la pratica dinamica. Questo flusso attraverso la vibrazione del suono mette il praticante in connessione con la parte più nascosta di sè, il luogo in cui risiede il Divino. Attivando uno stato quasi di trans meditativa.
Conclusioni
A questo proposito è bene specificare che lo Yoga non è una pratica religiosa, ma è una pratica che contiene anche una parte spirituale, si può essere spirituali e non far parte di nessuna religione, la spiritualità è quella parte di ognuno di noi che non è tangibile o visibile ad occhio nudo, è l’essenza di cui ogni essere umano è dotato e che si attiva attraverso la ripetizione attuata per mezzo dei tre piani, fisico-emotivo-mentale(primo-secondo e terzo chakra), se uno dei tre piani non è in equilibrio la pratica yoga non è completa pertanto i suoi benefici saranno solo parziali.
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